A cosa è dovuta la colorazione alterata dello smalto dei denti?
Mai dare nulla per scontato. Vino, tè e caffè sono considerate da sempre bevande tabù per il cambio di colorazione dello smalto dei nostri denti. Tuttavia, anche diversi tipi di batteri presenti nella placca possono influenzare lo stato dell’igiene orale. Infatti, non tutti i fumatori, sommelier o “caffeinodipendenti” condividono gli stessi disturbi. Ci sono, ad esempio, coloro che possiedono una superficie dentale più permeabile, il che aumenta le possibilità del ristagno di pigmenti.
Ma non è tutto. Il biofilm dentale formato dalla placca batterica può produrne di dannosi per il nostro sorriso. Anche la recessione gengivale, cioè l’esposizione della radice, può contribuire a trattenere i pigmenti.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la cosiddetta “black stain”, l’elevata concentrazione di ioni ferrici nella saliva. Metabolizzare il ferro in modo “disordinato” contribuisce alla presenza di colonie batteriche che possono macchiare i denti. Regolarizzarlo attraverso l’assunzione di lattoferrina (chelante del ferro presente normalmente nella saliva) può ridurre l’incidenza e l’azione di questi batteri del biofilm dei denti.
Può l’alimentazione aiutare a proteggere il colore del proprio sorriso? Assolutamente sì! È necessario seguire una dieta equilibrata, ricca di vitamina C – che protegge da gengiviti e parodontiti – e la suddetta lattoferrina (presente nel latte). Questi consigli, uniti soprattutto alla bassa assunzione di zuccheri, possono senza dubbio incidere sull’estetica della nostra dentatura.
Tenete in conto tutte queste informazioni, quando vedrete spuntare macchie di dubbia provenienza. Resta inteso che, prima di assumere qualsiasi tipo di farmaco e/o integratore, è necessaria una visita odontoiatrica per accertare la provenienza di tale colorazione.