Denti che si muovono: quando c’è da preoccuparsi?
Uno o più denti dondolano e sospetti che ci sia qualcosa che non va? Se ci mastichi sopra senti dolore? Vediamo insieme come comportarsi e quando preoccuparsi dei denti che si muovono. Ognuno di noi ha ben impresso nella mente il ricordo dei denti da latte dondolanti. Nell’immaginario collettivo, proprio quando questi iniziano a muoversi è il momento giusto per rimuoverli e lasciar spazio ai permanenti.
Ma cosa fare quando i denti che si muovono sono proprio i permanenti? Vanno necessariamente estratti anche loro? In realtà, entro certi limiti: la mobilità dei denti è del tutto normale e fisiologica. Difatti, gli elementi dentari non vanno immaginati come un chiodo fissato nel muro, ma sono connessi all’osso mediante una struttura fibrosa detta legamento parodontale.
Il legamento parodontale è il tessuto sospensore del dente, garantisce micro-movimenti e dissipa le forze che riceve come un vero “ammortizzatore”.
Se immaginassimo un dente completamente fuso con l’osso circostante si parlerebbe di anchilosi. Paradossalmente un dente immobile è molto più suscettibile a frattura e riassorbimento.
E allora i denti che si muovono quando diventano un problema? Numerosi studi clinici hanno evidenziato il ruolo della mobilità dentaria cercando di capire quando fosse il caso di preoccuparsi. Nel 1950 Miller ha elaborato un indice sui diversi gradi di mobilità:
Grado 0: la mobilità è fisiologica con micro-movimenti orizzontali tra 0,1 e 0,2 mm concessi dal legamento parodontale;
Grado 1: aumento della mobilità orizzontale fino ad 1 mm;
Grado 2: ulteriore aumento della mobilità orizzontale maggiore di 1 mm;
Grado 3: mobilità verticale e orizzontale.
La mobilità fisiologica è tipicamente maggiore agli incisivi e minore ai molari, è più spiccata in donne e bambini ed è massima al mattino per poi decrescere nell’arco della giornata. Se invece la mobilità di un dente va via via peggiorando avvicinandosi al grado 3, stiamo parlando di mobilità patologica. Tuttavia, nonostante una mobilità di terzo grado possa compromettere la funzione, non necessariamente il dente in questione va estratto. Le cause di mobilità sono molteplici e ogni caso va individualizzato. Sempre meglio parlarne col proprio dentista di fiducia.