L’Accademia Italiana di Odontoiatria Conservativa e Restaurativa non ha dubbi: russare o respirare male nel sonno danneggia i denti.

Non solo gli adulti sono a rischio carie in presenza di un’errata respirazione notturna, ma anche e soprattutto i più piccoli. Sono proprio i bambini infatti a respirare nella maggior parte dei casi con la bocca aperta per via dei frequenti raffreddori. Ma cosa accade?

Quando si respira con la bocca invece che dal naso, il pH del cavo orale diminuisce provocando un aumento dell’acidità che crea l’ambiente favorevole all’erosione dello smalto e allo sviluppo della carie. Studi condotti sull’argomento hanno messo in evidenza come chi russa o ha apnee notturne ha il 37% in più di rischio di sviluppare carie rispetto a chi non ha disturbi di respirazione nel sonno.

Questo succede perché respirando a bocca aperta il cavo orale si asciuga e viene meno la protezione fornita dalla saliva allo smalto dei denti. La saliva contiene infatti enzimi antibatterici, anticorpi e sali minerali in grado di mantenere deterse e protette le arcate dentali, oltre a contribuire a preservare un pH del cavo orale ottimale e a contrastare l’azione di batteri nocivi. Una bocca asciutta presenta alti livelli di acidità e una flora batterica alterata, a tutto vantaggio della comparsa di carie, irritazioni, stomatiti, afte e infiammazioni gengivali.

Intervenire sui disturbi del sonno legati a una cattiva respirazione, quindi, è essenziale, negli adulti come nei bambini.