La “trappola” delle radiografie: quando il beneficio è in realtà un danno
Sempre più spesso, le cliniche low cost o le grandi catene inseriscono nei loro pacchetti promozionali la cosiddetta radiografia panoramica. Questo “servizio”, passateci il termine, viene molte volte utilizzato come un’arma acchiappa-clienti. Ma siamo sicuri che si tratti davvero di un beneficio per il cliente finale?
La risposta ve la diamo noi: no.
Il “mercato” sempre più competitivo degli odontoiatri è decisamente saturo di “esami diagnostici gratuiti”. Le tac e le radiografie ortopanoramiche sono strumenti utilissimi a patto che vengano utilizzati nel modo giusto. Sottoporre un numero così importanti di italiani a una dose così massiccia di radiazioni non è utile e non è neanche salutare. Immaginate il cliente tipo di queste cliniche, un cliente non fidelizzato che non ha un dentista di fiducia e che quindi acquista dei pacchetti “pulizia dei denti” in catene sempre diverse, più volte l’anno. A Dicembre si ritroverà sulle spalle, anzi, sui denti, una quantità di esami radiografici eccessiva.
Le Tac e le radiografie non sono esami di benvenuto ma indagini diagnostiche che dovrebbe prescrivere lo specialista dopo un’attenta valutazione clinica. Inoltre vale la pena anche evitare di esporre più parti del corpo ai raggi X. Meglio limitarsi a zone più specifiche o precise.
Insomma, lavorare sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Al posto della “panoramica”, a volte, basterebbero delle piccole radiografie endorali, molto precise. Anche usare gli strumenti giusti fa la differenza. Noi di Studi Campagna utilizziamo la Tac Cone Beam che, rispetto ai macchinari TAC tradizionali, consente una drastica riduzione delle radiazioni a cui è esposto il paziente (centinaia di volte inferiori) e agisce solo sull’area del cavo orale.